ECCO COSA RENDE COMPLESSO L'INTERVENTO DI SOMMER
- Dott. Simone Ferretti
- 15 set
- Tempo di lettura: 2 min
A CURA DEL DOTT. SIMONE FERRETTI

Sabato sera 13 settembre è andato in scena il Derby d’Italia tra Juventus e Inter, partita ricca di goal e di ribaltamenti.
Analizziamo nello specifico la complessità del secondo goal subito dal portiere dell’Inter Sommer e per quale motivo queste situazioni sono sempre estremamente complicate, al di là della distanza dalla quale è avvenuta la conclusione.
La traiettoria del tiro infatti, dopo aver percorso circa 10 metri (indicativamente) inizia ad allargarsi nettamente verso l’esterno.
Di fronte ad una modifica del genere quali passaggi avvengono nel cervello del portiere, tali da rendere complessa la risposta motoria?
Eccoli descritti e semplificati:
INFERENZA 1
A seguito della conclusione e dei primi metri “quasi lineari” percorsi dal pallone, il portiere inizia ad elaborare, mediante le aree visive, tra cui Area V5 della corteccia visiva, e le aree parietali posteriori, informazioni di movimento, di velocità e spaziali del bersaglio.
Grazie a questi elementi integrati si completa la predizione sul punto in cui sarà impattato il pallone e si attiva uno schema motorio congruente a questa predizione: il portiere inizia a reagire.

MONITORAGGIO CONTINUO
Mentre la palla viaggia, il sistema visivo continua a tracciare la traiettoria e le vie dorsali visive aggiornano continuamente la posizione del target.
EVENTO CRITICO
A seguito del monitoraggio continuo, le aree citate, rilevano la modifica netta che subisce la traiettoria del tiro, facendo emergere un errore tra l’inferenza 1 e la conseguente azione motoria che sta iniziando: il pallone sta modificando il suo percorso rispetto a quanto valutato in precedenza.

INFERENZA 2 E AGGIORNAMENTO
A questo punto, a seguito della rilevazione della discrepanza, elaborate le nuove informazioni, si ha una nuova predizione sul punto di impatto e conseguente modifica dell’azione motoria per quanto possibile, mediante l’inibizione del comportamento motorio avviato in precedenza.
Si può notare infatti nell’azione del portiere, osservando il video a rallentatore, questa modifica nell’azione motoria nella preparazione alla parata.

Questa modifica e correzione purtroppo non ha portato agli effetti desiderati, perché spesso, tralasciando l’analisi tecnica del gesto, deve esserci anche una corrispondenza tra le tempistiche della richiesta situazionale e il tempo che serve al portiere per coprire quel determinato spazio a seguito di una correzione, come è necessariamente dovuto avvenire in questo caso.
Si crea quindi un compromesso tra due comportamenti motori in conflitto che non sempre prevedono tempi congruenti alla richiesta della situazione.
Ecco quindi spiegata nell’analisi quello che secondo me ha reso complesso l’intervento al portiere dell’inter da un punto di vista cognitivo, al di là del gesto tecnico offerto.
Se questa analisi ti è piaciuto ti chiedo di poterla condividere sui social o condividere il link e se vorrai rimanere aggiornato e approfondire questi argomenti presto tornerà disponibile il Libro Goalkeeper Vision Training, alla sua seconda edizione.
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A presto,
Dott. Simone Ferretti




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